I ragazzi possiedono delle “antenne” speciali nel captare situazioni, opportunità, incontri da cui possono trarre insegnamenti e modelli di ispirazione. E straordinari sono stati, nell’intercettare, gli studenti   del Consiglio dei capoclasse dell’Istituto Comprensivo “Assisi 2” guidato dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Chiara Grassi, i quali, coordinati dai docenti Marco Mirti e Irene Bratti, hanno proposto e collaborato alla presentazione del libro “Il coraggio di chi ha perso. La storia e i sogni di un pazzo visionario” di Franco Chianelli. L’introduzione del testo ha avuto luogo nella suggestiva “Sala della Conciliazione” del comune sabato 20 aprile.

Dopo i saluti del sindaco Stefania Proietti che ha rimarcato che ciò che ha realizzato nella propria vita il sign. Chianelli ha avuto l’onorificenza della presenza del Presidente della Repubblica italiana, è seguita l’introduzione della Preside che rivolgendo uno sguardo particolare ai giovani ha evidenziato il fatto che l’autore e sua moglie sono la dimostrazione vivente che i sogni si possono realizzare perseguendo tenacia, forza, determinazione insieme al sacrificio e all’impegno. La Dirigente evidenzia che è stata molto colpita dal loro esempio di amore e di altruismo, sposati da ben 47 anni sprigionano ancora i valori della famiglia, dell’accoglienza e del calore e in una società in cui i ragazzi non sono abituati a vivere e ad affrontare il dolore perché il mondo degli adulti cerca loro di nasconderlo, l’esempio dei signori Chianelli è una testimonianza che anche le vicende drammatiche possono essere vissute e trasformate in dono. Infine, la citazione di una frase, presente nel libro, del cardinale Gualtiero Bassetti La santità è una storia vera e leggendo questa vita è realtà” ha lanciato l’intervento del sign. Chianelli.

Le lenti scure degli occhiali che sembravano nascondere un volto serioso e grave, l’abito elegante che incorniciava un portamento austero e a tratti, solenne, sono stati spazzati via nel momento in cui l’autore ha cominciato a parlare. La sua voce squillante ha accompagnato un sorriso luminoso che mai si è interrotto per tutta la durata dell’intervento. Franco Chianelli è un uomo molto conosciuto in quanto Presidente del Comitato “Daniele Chianelli”, ed insieme alla moglie, la signora Luciana Cardinali, fondatrice dello stesso, hanno vissuto un calvario e un dolore indicibile nel perdere il proprio figlio a causa della leucemia, malattia, che anni fa, mostrava un aspetto più temibile per la scarsità o comunque la limitatezza di informazioni scientifiche e di cure nell’affrontare questa battaglia e per l’assenza di strutture in grado di sostenere malati e familiari.

“Ci sono cose nella vita che scegliamo, altre che capitano e non possiamo fare a meno di affrontare; ciò che conta è come lo facciamo e chi ci accompagna nel percorso.” Questo incipit corona il contenuto del libro ed è il filo conduttore che ha diretto l’esistenza dei due coniugi. Potevano farsi, entrambi, annientare dal dramma che si è presentato come una tempesta, le cui raffiche violente avrebbero annichilito qualunque forza e spezzato ogni volontà di reagire. Ma in questo turbine, i signori Chianelli hanno alzato il capo e a poco a poco, trasformato la perdita in strumento di amore ed hanno acquistato così un nuovo significato al proprio vivere.  In che modo? Hanno compiuto una paziente e costante semina di coraggio, sostenendo la ricerca medica e le terapie farmacologiche, operando uno stupefacente prodigio: hanno costruito un residence accanto all’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, che ospita tante famiglie in difficoltà. Inoltre il loro comitato, ogni anno, promuove innumerevoli iniziative di solidarietà e di aiuto. Ed ora, questo libro, un’autobiografia non certo facile, perché “mettersi a nudo” significa esporre le proprie ferite ancora una volta e dar voce a ciò che è umanamente insopportabile è un processo che non ha mai fine.

Durante la serata sono intervenuti alunni della scuola primaria e della secondaria dell’Istituto “Assisi 2” che hanno letto alcuni estratti della biografia di Franco Chianelli e brani tratti dalle sezioni “testimonianze di pazienti e familiari”, “testimonianze dell’oncoematologia  pediatrica e delle istituzioni”.  A ciò si sono alternati anche riflessioni ed intermezzi musicali che hanno esaltato l’atmosfera incorniciandola di emozioni. Infine un’interazione feconda tra la coppia ospite e gli alunni che hanno posto domande come: “Avete trovato ostacoli nella realizzazione dei vostri progetti”; “Tanti.. ma con la forza e l’ostinazione li abbiamo superati; “Sign. Chianelli che responsabilità sente?”, “Grande responsabilità ma anche grande contentezza: l’ospedale di Perugia è una eccellenza, siamo stati i primi al mondo ad aver realizzato il trapianto da genitori a figli che oggi è garanzia di guarigione.. inoltre abbiamo la scuola all’interno della struttura e si fanno tante attività come la musicoterapia e l’arteterapia”. Si sono affacciate domande anche molto difficili come “Cosa fate con quei ragazzi che non hanno più la speranza di sopravvivere?”, “Qualche volta è necessario dire delle bugie, far credere che la speranza è l’ultima a morire… tra l’altro è veramente così, la speranza deve essere sempre presente… insomma sorridere e tendere sempre una mano anche quando si ha la morte nel cuore”. “Ha ancora dei progetti sign. Chianelli?”… “Si, vorrei creare un giardino nell’ultimo piano dell’ospedale affinché i pazienti, costretti quotidianamente a vivere in una stanza possano respirare la sensazione di vivere in un bosco”.

L’autore ha regalato una testimonianza preziosa a tutti i presenti e in particolare ai ragazzi, che hanno colto in lui una forza singolare e propulsiva da assumere a modello. Il dolore nella vita può sorprenderci e schiacciare, ma sta a ciascuno di noi trovare il “coraggio” interiore di reagire e farne un mezzo di crescita. “Il coraggio di aver perso” si può e si deve ribaltare in “coraggio che porta a vincere”. I giovani hanno ben compreso l’importanza del messaggio: di capovolgere la sofferenza in opportunità, invertire la direzione di marcia e seguire quei “fari”, che come i signori Chianelli, prima di noi, hanno tracciato le coordinate per poter navigare anche nei mari mossi della nostra esistenza.

Prof.ssa Milva Nucciarelli